Voglio condividere alcune riflessioni e qualche consiglio riguardo la DAD.
Stiamo spendendo anni di pedagogia e riflessioni intorno alla scuola e un coro unanime di insegnanti, dirigenti, educatori, mediatori concordano con il fatto che a scuola non si fa solo didattica.
E ora? In questo tempo di crisi, l’unica cosa che la scuola sembra offrire è la sola didattica, a distanza per giunta.
Ma è davvero così? La didattica a distanza si riduce davvero al solo passaggio di nozioni?
Potremmo chiamarla scuola a distanza (SAD) e forse l’acronimo sarebbe più in linea con il mood attuale. (sad in inglese vuol dire “triste”)
Potremmo chiamarla Scuola Integrata a distanza (SID)? Carino e ci riporterebbe al bradipo della saga dell’era glaciale. Ve lo ricordate?

Perché incaponirci sulla scelta del nome giusto? Perché il nome identifica la nostra concezione di scuola, perché quando chiami il “mio” nome io e solo io mi giro, perché so che stai chiamando proprio me, perché in quel nome mi riconosco.
Come la chiamiamo allora quella cosa lì? Come lo chiamiamo quel groviglio di “mi sentite, non ti vedo, spegnete il microfono, fatti vedere, non ho connessione?” Se lo chiamassimo semplicemente…scuola?
La rete, il web, l’internet sono mezzi, sono luoghi reali, fisici, veri, con le proprie regole di cittadinanza e la DAD non è nient’altro che la scuola in quei luoghi.
A scuola si fa solo didattica? NO e quindi neanche in rete…non dimentichiamolo
Evidenziare la differenza tra la scuola in presenza e quella digitale è un buon esercizio per la nostra comprensione della realtà, agognare un ritorno ai bei tempi, osteggiare il digitale consegnando ai ragazzi i nostri pregiudizi e le nostre paure ci porterà solo in un gorgo di insoddisfazione e malumori.
La rete è un luogo, con le sue regole e i suoi vincoli al pari dell’esperienza classica
Si aprono mille fronti di riflessioni e mille domande su cui mi riprometto di tornare, ve ne lascio due come promemoria per il futuro
- Davvero i ragazzi stanno perdendo la socialità o semplicemente sono venute a galla le nostre paure di adulti? Sono anni che i nostri ragazzi interagiscono mediando le loro relazioni attraverso gli smartphone? Siamo sicuri che la fisicità di tante loro relazioni non si siano perse prima? E siamo sicuri che noi adulti non abbiamo nessuna responsabilità in questo?
- La scuola che è il tempio sacro del sapere e della trasmissione di esso come mai si è accorta solo adesso della possibilità di utilizzare il digitale per veicolare il sapere? La scuola che mi deve preparare al mondo del lavoro come mai non si è accorta che proprio in quel mondo le modalità di e-learning hanno almeno 10 anni?
Ma torniamo alla nostra DAD. Spero di poter lasciare qualche consiglio utile ad insegnanti e ragazzi. Partiamo dagli adulti.
Il primo spunto che mi sento di lasciare è proprio questo.
Perdiamo del tempo nel costruire l’esperienza della lezione online, chiediamo ai ragazzi se la webcam accesa è invasiva, concordiamo insieme tempi e modalità dell’esperienza di apprendimento online. Ascoltiamo le esigenze dei partecipanti, includendo anche le nostre. Cerchiamo e scoviamo i vincoli e le ricchezze che questo tipo di relazione comporta perchè sebbene si componga di bit pur sempre di relazione si tratta.
FACCIAMO GLI ARCHITETTI
A casa i nostri ragazzi hanno la possibilità di ritagliarsi uno spazio confortevole dove non passi nessuno?
La webcam va sempre tenuta accesa?
Abbiamo pensato a quanto possa essere prepotente un occhio sempre acceso sullo spazio più intimo dei nostri ragazzi (la loro casa)? Abbiamo pensato all’impatto che ha il mostrare la propria casa e che magari per qualcuno possa essere motivo di disagio?
E il microfono, capace di captare tutti i suoni della casa?
Ecco, perdiamo tempo a costruire “patti “con i nostri ragazzi, concordiamo insieme quando accendere e quando spegnere webcam e microfoni, concordiamo le pause e la durata complessiva della lezione.
E poi, come ha detto bene il professor Mantegazza (sempre prezioso per me), usiamo la fantasia…diversifichiamo le lezioni, facciamole preparare ai ragazzi, usiamo tutte le potenzialità che la tecnologia ci offre, facciamo creare ai ragazzi video, contenuti audio, insegniamogli ad usare programmi per fare mappe e poi proponiamogli di presentarne una alla classe intera.
Mi azzarderei a lanciare una proposta audace…mai le slide! Se proprio dovessimo usare le presentazioni potremmo stimolarli a preparane una usando Prezi (non lo conoscete? cercatelo)
Meet, Skype, Zoom e Teams sono mezzi, li dobbiamo riempire noi con contenuti, spunti e…fantasia
Superiamo la paura che la webcam spenta sia sinonimo di disattenzione! Se siamo noiosi i ragazzi non ci ascolteranno nemmeno con la webcam accesa così come in classe ci guarderanno ma saranno con la testa altrove. Ricordo con un sorriso lo sguardo da triglia che avevo in alcune ore di lezioni.
Teniamo sempre presente che in ogni relazione si incontrano mondi e storie sacre, e così avviene anche nella DAD. Si incontrano il nostro mondo e la nostra storia con quelle dei nostri ragazzi. Il riquadro con il nome che si illumina è la finestra su una storia sacra, e in quella storia, seppur giovane e acerba, si sostanzia il nostro futuro.
Noi educatori, insegnanti, formatori siamo in fondo dei grandi osservatori e co-creatori di aurore.

Per finire qualche consiglio ai nostri ragazzi per vivere serenamente (lo so che lo siete già, ma a noi vecchi serve dirvelo) quella grande opportunità e ricchezza racchiusa in ogni lezione.
PER I MIEI RAGAZZI
- Trovatevi un posto tranquillo, dove non ci sia troppo viavai. Se non riuscite perchè in casa ci sono tante persone in smartworking avvisate, il/la prof o la maestra capirà. Anche lei/lui vive la tua stessa esperienza
- Se ci sono troppi rumori in casa avvisate il professore o la maestra e spegnete il microfono
- Se non vi va di tenere la webcam accesa parlatene col prof e spiegate le vostre motivazioni
- Cercate di seguire la lezione. Quando vi annoiate , non dimenticate che la fatica che state provando la sta vivendo anche la vostra prof o il vostro prof.
- Se siete particolarmente stanchi fatelo presente e proponete una pausa
- Siate puntuali
- Non barate, vi prendete in giro da soli