Dopo aver riflettuto e scritto riguardo alla DAD (la Didattica a DIstanza) con insegnanti e ragazzi condivido oggi alcuni semplici consigli che possiamo adottare noi genitori per vivere e far vivere al meglio questa esperienza ai nostri figli.
Scegliamo con cura il luogo dove i nostri figli possano collegarsi e seguire con attenzione le lezioni
Che sia la camera, la cucina o il salotto lasciamo i nostri figli in un luogo che non crei loro imbarazzo in caso di webcam accesa. Proviamo prima “l’inquadratura”.Assicuriamoci che anche in caso di nostro passaggio, per necessità, questo non sia ripreso dalla webcam. Riduciamo al minimo i nostri rumori di fondo
La DAD è lo smartworking dei nostri figli
Le frustrazioni per la mancata connessione, la tensione per un lavoro da consegnare, la cura del nostro aspetto quando quando abbiamo una riunione o una “call” sono le stesse che vivono i nostri figli quando partecipano ad una lezione. Probabilmente prenderanno esempio da noi nello stare davanti al computer o ad un tablet/cellulare
Non stiamo appollaiati dietro lo schermo o sullo stipite della porta per ascoltare le lezioni
La lezione non la dobbiamo seguire noi.I nostri figli sanno che se hanno bisogno ci siamo ma devono anche essere sicuri di non fare lezione in tre. Possiamo aiutarli provando insieme a risolvere i piccoli problemi che potrebbero incontrare (accendere/spegnere il microfono, accendere/spegnere la webcam, cambiare la modalità di visualizzazione dei partecipanti, come partecipare alle chat etc etc). Possiamo simulare una chiamata in modo da chiedere ai nostri figli di fare tutte le operazioni richieste durante una lezione in DAD.
Dopotutto non ci verrebe mai in mente di stare in classe con i nostri figli no?
Non giudichiamo l’operato dell’insegnante davanti ai nostri figli
O peggio ancora a lezione in corso facendoci sentire. Qui si apre il grande tema del riconoscimento dei reciproci ruoli e delle modalità con cui si raccontano al mondo. Limitiamoci, per adesso , a ragionare su una semplice domanda: nella vita ho deciso di fare l’insegnante? Se la risposta è no affidiamoci nelle mani di chi lo fa per mestiere, se la risposta è SI ricordiamoci che le critiche per essere costruttive vanno preparate e condivise tra gli interessati e non davanti ai destinatatri( i figli) del nostro operato.
In ogni caso evitiamo giudizi sui social network, davvero non portano nessun valore aggiunto.
Se c’è qualcosa che non va, secondo noi, nella modalità della lezione o nei contenuti teniamo anche a mente che sono critiche nate sempre ex-post ossia a lezione terminata, sicuramente più semplice che non progettare prima.
In ogni caso potremmo fare un elenco di cose che, secondo noi, non hanno funzionato bilanciandolo anche con un elenco di ciò che ha funzionato. Proviamo a mantenere l’equilibrio cosmico. Per una criticità cerchiamo sempre una positività.
Assicuriamoci che il luogo dove ci si connette sia sufficientemente vicino al modem, specialmente se la connessione è Wi.Fi ( e se il segnale è debole non disdegnamo il cavo ethernet)
Porte chiuse, corridoi e pareti non aiutano il segnale ad arrivare “pulito” al tablet /computer dei nostri figli. Se proprio vediamo che il segnale è debole allora proviamo a collegare il modem al pc con un cavo, se ne trovano in vendita a poco prezzo con lunghezze che arrivano anche a 20 mt.
Quando nostro/a figlio/a segue la lezione disattiviamo il wi.fi sui cellulari e altri apparecchi (TV, altri pc etc etc….) Se anche noi dobbiamo lavorare riduciamo al minimo indispensabile gli apparecchi connessi contemporaneamente

Relazioni, luoghi e….corpi
Sebbene in ambiente virtuale non dimentichiamo che una parte corporea dell, esperienza esiste sempre. La postura, la cura , l’aspetto son variabili da tenere a mente. Mettiamo i nostri figli nella posizione più comoda possibile, prepariamoli con la stess cura con cui li mandiamo a scuola “fisicamente”. In casa sicuramente si è più rilassati ma prepararsi vuol dire anche dare dignità all’esperienza della Dad..per le cose importanti prepariamo il nostro corpo in una certa maniera, ci vestiamo in un certo modo. Non è forse così? Non andiamo ad un matrimonio in canottiera nè ad una cerimonia in pigiama
A fine giornata chiediamo comunque ai nostri figli “come è andata a scuola”
Se non siamo stati appollaiati dietro lo schermo e non abbiamo gia origliato da dietro la porta la domanda sorgerà spontanea. È importante questa domanda perchè dice ai nostri figli che sono “stati” a scuola, riconosce che quell’esperienza, seppur diversa, è sempre scuola. Quella domanda aiuta a rimettere ordine alla nostra quotidianità e a fine giornata, anche se fisicamente ci siamo visti, riconosciamo che siamo stati in luoghi diversi.
Ed è bello e non banale chiedersi < Come è andata>?