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Quali sfide future dovrà affrontare la nostra scuola? A quali domande risponde oggi? Quali sono le aspettative nei confronti della scuola?
Provo a dare qualche suggestione che stimoli la riflessione. Amo la scuola e parte del mio lavoro si svolge all’interno della scuola secondaria di primo e secondo grado.
LA SCUOLA DEVE FORNIRE STRUMENTI E COMPETENZE PER ABITARE IL MONDO
Questa la mia tesi in poche righe.
La riflessione è molto complessa e la pretesa di ridurla a poche battute sarebbe solo un assist per il pensiero semplice dominante oggigiorno, che tutto brama tranne che la complessità e l’attesa.
Una volta era sufficiente “saper leggere, scrivere e far di conto”, oggi?
Alla scuola oggi è richiesto anche di educare i nostri figli, campo d’elezione fino a qualche anno fa della famiglia.
Alla scuola oggi è chiesto di riempire lo spazio-tempo necessario ai genitori per poter lavorare.
Alla scuola oggi è chiesto di formare i cittadini di domani
Credo che la scuola debba essere laboratorio permanente di innovazione. Innovare non vuol dire inventare, vuol dire innestare il nuovo sul pregresso. Vuol dire cercare vie alternative all’insegnamento tradizionale con strumenti diversi, vuol dire disegnare percorsi formativi che rimangano ancorati con il presente, con gli studi sull’apprendimento e sul modo che il nostro cervello ha di apprendere.
La scuola è chiamata a formare cittadini liberi. Liberi di scegliere. E per esercitare questa libertà è necessario sviluppare il pensiero critico. E il pensiero critico si allena studiando e facendo esperienza dell’altro-da-me includendolo nel percorso di crescita senza eliminarlo. Idee altre, tesi e soluzioni diverse da quelle che mi sarei immaginato, scritti e pensieri in netto contrasto con il mio, questi sono alcuni ingredienti che chiederei ad una scuola nuova. Familiarizzare e accogliere il “contrario” ci renderà uomini e donne davvero liberi.
Imparare a parlare con i nuovi interlocutori sorti nell’ultimo periodo, le macchine. Questa è un’altra sfida che la scuola dovrà affrontare. Le future classi operaie saranno sempre più qualificate nell’interazione uomo macchina, a loro non sarà più richiesto di saper “fare” ma di saper istruire per far fare.
Ho chiesto per gioco a mia figlia, che va in quarta elementare come dovrebbe essere la scuola ideale per lei è questa è stata la sua risposta (che riporto testualmente):
“Scuola con giardino, all’entrata c’è una grande piscina con scivoli, aula cinema dove si fa lezione guardando le cose. Un’aula zoo con dentro gli animali, corridoio grande con la discoteca. Un’aula dedicata per ogni sport. Solarium all’ultimo piano con bar. Aula con tutte le cose antiche per studiare storia. Vorrei imparare a cucinare bene, la matematica la tengo perché è importante, imparare a riparare le cose, imparare a tenere bene la casa”
Dentro troviamo tutti i desideri e richieste alla nostra scuola. Il contatto con la natura (il giardino), un luogo dove ci si diverta (piscina), imparare guardando (aula cinema), conoscenza delle altre forma viventi facendone esperienza diretta, la musica (corridoio con discoteca), il relax (solarium), vedere, toccare e annusare la “storia” (aula delle cose antiche), competenze spendibili nel proprio contesto di vita (imparare a cucinare, tenere bene la casa e a riparare le cose) e lo studio dei numeri (matematica). Corpo e “mente” insieme nel percorso di apprendimento. Corpi e menti, insieme. La cooperazione è stato il motore che ha permesso all’Australopithecus di evolversi in “homo”. Ma questa è un’altra storia. Buona scuola a tutti.
"articolo scritto e pubblicato per la rivista "Sovranità Popolare"